Biografia

Bio-logica

biografia logica di Alberto Fiori
Alberto Fiori nasce a Roma il 21 giugno del 1974 e si definisce uno SCRITTISTA-MUSITORE. L’anima dello scrittore e quella del musicista si fondono in lui. Artisticamente fa i suoi esordi nel 1995 come cantante e compositore, suona chitarra e pianoforte, facendo esperienza nei villaggi turistici e resort internazionali;  all’inizio degli anni 2000 arriva con la band di allora (C15) a solcare il palco del Festivalbar. Come tutti i cantanti che si rispettano, lascia il gruppo e ne fonda un altro (Melatti), con il quale ha un album all’attivo, diversi singoli e collaborazioni prestigiose. Nel 2012 inizia la sua metamorfosi in scrittore. Uno dei suoi testi non vuole starci nei quattro minuti di una canzone, diventando prima un racconto e poi un romanzo mai edito. Decide d’imparare le tecniche di scrittura che gli avrebbero permesso di raccontarsi al meglio, partecipando al Corso di Scrittura Creativa organizzato da RaiEri e diretto dalla Dott.ssa Paola Gaglianone. Partecipa successivamente a due master tenuti presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, portando a termine il suo percorso formativo. Nel frattempo dalla IFIX, casa editrice diretta da Maurizio Ceccato e Lina Monaco, viene invitato a scrivere un libro per bambini dal titolo: «PINOCCHIO E IL CAPITOLO CHE NON C’ERA (una volta)», in cui narra cosa accadde la notte della trasformazione. Il libro viene presentato a Più Libri Più Liberi e in molte librerie in tutta Italia, raccogliendo consensi e recensioni positive anche da importanti riviste di settore. Nel 2018 approda all’Erudita, casa editrice fondata da Giulio Perrone Editore. Nell’ottobre del 2019 esce in tutte le librerie il libro «SCRIVO RACCONTI PERCHE’ L’ATTENZIONE SCEMA». Tra presentazioni e serate, porta in tour un reading che miscela musica elettronica e racconti. Nasce così un podcast dal titolo «RACCONTI A TEMPO», disponibile su tutte le piattaforme web (Spreaker, Spotify, Apple Podcast etc.); un esperimento sonoro-letterario, in cui i suoi racconti sono accompagnati da atmosfere musicali composte per l’occasione e frutto di attenti studi sul rapporto tra parola e musica. Nel frattempo i suoi racconti vengono editati da RaiEri (Plot Machine) e in varie collane per la casa editrice l’Erudita di Giulio Perrone Editore. Collabora alle collane di racconti di scrittrici del calibro di Nadia Terranova, Lisa Ginzburg, Maria Rosa Cutrufelli e Vincenza Alfano. Le sue passioni più grandi sono i gatti e i robot anni’80, ama la buona cucina e a tempo perso è un esperto di diffusione editoriale (ma questo è un altro discorso).

Bio-illogica

Sono romano, ma thom-yorkese d’adozione. Ricordo come nacque tutto: l’arcangelo Gabriel venne ad annunciarmi: «La musica è dentro di te» e io gli risposi: «Ottimo, ma per le parole come la mettiamo?» Mi rispose che per quelle ci avrebbe pensato il suo collega, l’arcangelo Gaber. Dissi: «Bene, da un lato Peter Gabriel e dall’altro Giorgo Gaber, quasi quasi divento Peter Gaber». Poi, ascoltando Baglioni, capii che non potevo andare «Oltre» e che al massimo sarei potuto diventare me stesso. Così, di tutti gli artisti citati e no, ho potuto prendere giusto l’influenza. Fui affetto dalla «calvina»: ricordo quei giorni sulla poltrona in preda ai deliri, mentre il Visconte cercava di farsi spazio dicendomi: «Lasciami sedere vicino a te, non ingombro, sono pure dimezzato» mentre dalla finestra vedevo il Barone che dall’alto del suo albero mi fissava, per non parlare di quell’armatura vuota che si aggirava per la stanza. Mai guarito del tutto, un giorno venni rapito. Ricordo ancora quando entrarono tre uomini incappucciati. Uno si faceva chiamare Joyce, l’altro Celìne e poi il terzo, il più irruento, Ernest. «Non puoi solo suonare nella vita!». Cercavano di intimidirmi, ma non si erano accorti che io ero un masochista della parola e più mi facevano leggere e più impazzivo. Impazzire, credo sia proprio questo che a un certo punto mi accadde. Mentre iniziavo a scrivere le mie storie, strane musiche mi giravano nella testa. L’arcangelo Gaber si manifestò nuovamente indicandomi la via. Mentre scrivevo, ho cominciato a tenere il tempo con il piede. Sono un musicista, oppure uno scrittore? Quanta distanza c’è tra una chiave di violino e quella di lettura? E se quel Peter Gaber avesse avuto ragione, se il segreto, come in cucina, sta nel mischiare gli ingredienti? Decisi così di definirmi uno Scrittista Musitore.
biografia illogica di Alberto Fiori
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