«Come faceva le app mia nonna»

Tra tanti anni un tuo pro-nipote proverà nostalgia per quella nonna che gli faceva le app fatte in casa…

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ANNO 2123 – Roma

«Ah come faceva le app mia nonna, non me le faceva nessuno, si metteva davanti a quel coso, il pc e programmava in quel linguaggio arcaico pieno di parole strane. Se mi vedeva annoiato la sentivo che mi diceva: Bello de’nonna vieni qua che te faccio un’app, che vuoi un bel giochino spara tutto oppure uno di logica così passi il tempo?». Che bella che era mia nonna, si metteva quegli occhialetti per il 3D. Il 3D, ma vi rendete conto? Oggi stiamo alla ‘proiezione ortogonale multipla’. Che tenerezza che mi faceva nonna: la vedevo che programmava ogni minimo dettaglio, la grafica alla fine non era per niente male. Mi ricordo quando mi ha progettato il gioco del calcio con le facce dei compagni miei di classe, che si muovevano come nella realtà e a me, il suo nipotino,  aveva impostato i parametri più alti, un fuoriclasse assoluto. È proprio vero che ‘ogni scarrafone è bello a nonna soja‘. Quando il gioco s’impallava, lei li chiamava…Bug, ecco come li chiamava: 
«Te lo correggo subito ‘sto bug, bello de’nonna» e la vedevi che programmava per altre tre ore. Che nostalgia che c’ho di quei tempi, altro che adesso che c’hai inserito tutto nell’ipofisi. Appena finisco l’aggiornamento, mi disconnetto e vado in cantina a vedere se trovo ancora qualcuno di quei cosi che servivano per parlare, chissà se si accendono ancora, magari qualche app di nonna ancora è buona. Ma chi ce le farà più le app fatte in casa, oggi come oggi, a malapena trovi qualcuno che sappia curarti un virus; tutti migrati in questa Virtual Reality Advanced 8.0, nessuno s’interessa più dell’altro. Guarda mia sorella, ha partorito la bambina e subito l’ha collegata a TataWorld così che lei se ne può andare a modellarsi con il Virtual glutex dentro a BodyWorld. Ogni parola oggi ha un world alla fine, pure il cane vive in quel Dogworld: ogni volta che passo davanti alla cuccia mi fa una pena con quegli occhi girati che scodinzola, chissà che bel virtual osso deve aver trovato. Ricordando mia nonna, solo adesso comprendo quel passaparola che si portava dietro da tante generazioni, in cui una sua trisavola addirittura cuciva a mano delle cose che venivano poggiate sui letti per ripararsi dal gelo. Ora basta avvertire del freddo che il corpo si setta da solo a temperatura standard. Mi raccontava di un qualcosa che andava amalgamato sulla tavola, una polvere bianca che si mischiava a non so cosa, che avrebbe poi generato delle palline o dei fili di un composto che andava poi assimilato nel corpo attraverso la bocca. Che scomodità che doveva essere, ma mia nonna mi raccontava questo con trasporto, con la voglia di trasmettermi un po’ di quella poesia. Se non l’avessimo migrata su OspizioWorld, le avrei chiesto di farmi un’app che andava a raccogliere tutti i suoi ricordi, l’avrei chiamata NonnaWorld. Copyright© All rights reserved
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