LA VITA SESSUALE DI GUGLIELMO SPUTACCHIERA di Alberto Ravasio

Copertina La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera - Alberto Ravasio«LA VITA SESSUALE DI GUGLIELMO SPUTACCHIERA»

Alla fine sei costretto a leggerlo

Sei iscritto a vari gruppi di lettura e quotidianamente qualcuno consiglia di leggere sempre lo «La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera». Dai un’occhiata alla copertina e c’è un dipinto di un simil roditore con gli occhi umani, il naso lungo, immerso nel grigiore del suo vivere; lo ignori, hai molti altri libri da leggere e fai finta di dimenticarlo.

Fase uno: dopo un giorno ecco quel muso ripresentarsi alla tua vista, un altro appassionato di scrittura o lettura che consiglia l’acquisto de «La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera» ; ti dici che prima o poi lo comprerai, ma ora hai altri libri da leggere. Sei lì che ne leggi uno e mentre il protagonista è in preda ai suoi problemi esistenziali, ecco riaffiorarti in mente quello sguardo da roditore che sembra dirti: «Vieni a leggere dei miei problemi esistenziali e poi ne riparliamo».

Si passa alla fase due: di che parlerà questo «La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera»? La quarta di copertina non lascia molti dubbi al caso: «Dio mio! Dio mio, che non esisti! Perché mi hai transessualizzato?»; questo è l’unico indizio che mi concedo, dato che non amo sapere in anticipo di cosa parla qualcosa (odio i trailer dei film che spesso sono la cosa più interessante di tutta la pellicola). Io amante della scrittura grottesca e satirica, mi convinco che sia arrivato il momento di levare l’ancora e andare in libreria dal mio fido direttore Giancarlo per farmi consegnare quel libro con la copertina che ti fissa; la conferma che aspettavo arriva puntuale: «Ottima scelta, t’innamorerai di questo libro». Raramente Giancarlo si sbaglia.

Fase tre: lo leggo e mi accorgo fin da subito che questo Alberto Ravasi sa scrivere davvero bene. La storia di Guglielmo Sputacchiera che una mattina si sveglia donna, è un susseguirsi di situazioni ricche di inventiva linguistica e giochi di parole. Non stanca mai e il Transessualizzato, tra Vulve umanistiche di un Paesello stercoso e manipolatrici testicolari, incontra personaggi di dubbio spessore sociale come Guido Coprofago e il Negro, trasformandosi infine in Carmela Pene.

INCAMERA

L’ho tenuto fisso sul comodino, centellinandone poche pagine al giorno. Sono rimasto incantato dalla scrittura di Ravasi e ogni periodo lo andavo a rileggere più volte per godere degli incastri linguistici. Da amante della satira e del grottesco, ho sempre amato chi è capace di prendere un argomento spinoso, a volte greve e renderlo digeribile attraverso l’uso attento delle parole. Alberto Ravasi in questo è un maestro e auguro a lui e alla Quodiber Compagnia Extra che lo ha editato lunga vita editoriale, perché se la meritano tutta.

LA FRASE SOTTOLINEATA

Ho volutamente preso la parte più poetica di tutto il romanzo, quella che di grottesco e satirico non ha nulla, proprio per sottolineare quanto Alberto Ravasio sappia districarsi bene con la parola narrata e quanto esse siano vere: «Da te ho imparato che un uomo non si nasce né si diventa, ma un uomo si recita, giorno dopo giorno, rinunciando all’emotività, alla comunicazione, alla complessità, al paradosso, alle sfaccettature, ai chiaroscuri, non contraddicendosi mai, non svelandosi mai, nemmeno a se stessi, per tenere su la famiglia, per tenerla su tenendola sotto, per portare avanti le cose, affinché restino ferme, uguale eterne, dove e come sono sempre state».

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