«Pinocchio e il capitolo che non c’era una volta»

«Pinocchio e il capitolo che non c’era una volta», perchè se pensavi di aver letto tutto sul burattino più famoso del mondo, forse non sapevi che…

«Cosa accadde la notte in cui Pinocchio da burattino si trasformò in bambino?» Un capitolo inedito e clandestino della favola più famosa del mondo.

Pinocchio e il capitolo che non c’era una volta di Alberto Fiori «Pinocchio e il capitolo che non c’era una volta», il mio primo libro. L’amore che provo per ogni sua pagina è indescrivibile. Ero impegnato nell’editing di quello che si sarebbe dovuto trasformare nel mio romanzo d’esordio, quando la persona con la quale stavo correggendo quelle pagine (Lina Monaco), mi disse che, come casa editrice (Ifix), stavano progettando una nuova collana di libri per bambini (Juvenilia). Il processo della ‘trasformazione’, attraverso i personaggi delle favole che più hanno sofferto quella fase (Pinocchio, la Sirenetta, il Brutto anatroccolo etc.), sarebbe stato al centro del progetto. Non potevo di certo pensare che tra i tanti nomi altisonanti che venivano ingaggiati, io potessi essere stato scelto proprio per inaugurare la collana. Mi venne affidato «Pinocchio», che ben presto divenne «Pinocchio e il capitolo che non c’era una volta» e ora capirete perchè: Non è mai stato nel mio stile riproporre qualcosa di già abbondantemente rivisitato e mi ritrovai con le spalle al muro e un gigante di legno dalle sembianze di burattino che sembrava intimarmi: «Voglio proprio vedere ora che t’inventi».

Mentire a se stessi non è mai bello, figuriamoci a uno come Pinocchio.

Passarono quasi due mesi in cui provai a scrivere innumerevoli versioni di una favola che non mi stava facendo sognare come avrei voluto, poi arrivò come sempre la mia fida alleata a salvarmi. Ricordo che ero nella sede della casa editrice e sbattei le nocche della mano sul tavolo, accusandomi di essere ‘una testa dura’, di non riuscire a trovare quel ‘gancio’ che mi avrebbe permesso di risolvere tutto, quando quel rumore accese in me l’ispirazione. Mi catapultai nel mio studio di registrazione in preda al delirio artistico.

Dopo aver letto la biografia di Collodi, mi balzò agli occhi che l’autore, volontariamente o meno, non aveva accennato a cosa Pinocchio provasse al momento della trasformazione. Cosa accadde quella notte?

Le nocche che sbattevano sul tavolo avevano riprodotto il suono di un cuore ancora di legno che incominciava a battere per la prima volta, così cominciai a programmare il suono del sangue che iniziava a defluire nelle vene, lo scroscio di acqua che cominciava a riempire il burattino, il crescere dei capelli, l’ammorbidirsi della pelle. Tutti gli elementi riproposti a livello sonoro, come delle onomatopee, davano libero sfogo ai sintetizzatori che da sempre mi accompagnavano. Scrissi il testo del libro, ma la cosa più bella e inaspettata ancora doveva accadere. Le illustrazioni del libro vennero affidate all’artista Cecilia Campironi, sotto la sapiente direzione artistica di un mostro sacro dell’illustrazione come Maurizio Ceccato, a cui l’Ifix fa capo.

Reclutammo circa quindici bambini dai sette ai dodici anni, che ogni sabato si riunivano presso la sede della casa editrice, trasformata per l’occasione in un laboratorio artistico.

Venne scelta la tecnica del collage. Intanto il mio testo veniva studiato dalla psicologa dell’età evolutiva Geggina Cassandra, così da portare sugli scaffali un vero e proprio gioiello, sia a livello grafico che di contenuti. «Pinocchio- Il capitolo che non c’era una volta» era realtà.

Da questo libro è stato tratto, con le musiche di Alberto Fiori e le animazioni di Maurizio Ceccato, un video, su cui, un altro piccolo genio, l’attore Leonardo Girolami ha prestato la sua voce:

Il libro venne presentato alla Fiera «Più libri più liberi» e successivamente in molte librerie italiane, riscontrando il consenso di pubblico e critica.

Guarda la conferenza tenutasi  all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

Tengo a precisare che nessuna bugia è stata scritta.

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