Il corridoio narrante

«Il corridoio narrante» è un affresco sul futuro

«Il corridoio narrante» è nato dall’idea della classe VA della scuola “Italo Calvino” di Roma, di dipingere sulle pareti interne del loro istituto, una rivisitazione personalizzata delle copertine dei libri che più hanno amato durante l’anno scolastico.

Per il «Corridoio Narrante, sono stati proprio i bambini a volerla a presenziare quest’oggi» (Link al primo appuntamento). Sentirsi dire una frase del genere mi ha trasformato nel leone della Metro Goldwyn Mayer, inutile nasconderlo. Dal primo incontro avvenuto circa un mese fa, essere rimasto nel cuore di questi giovani studenti ha un valore speciale. Siamo scrittori per esigenza interiore, per smania di raccontare, diventiamo poi professionisti grazie ai guadagni che ne scaturiscono, ma c’è un fattore, il più importante di tutti che riguarda cosa lasceremo alle generazioni future. Sapere che, un domani, un bambino diventerà uno scrittore o semplicemente un buon lettore, grazie all’incontro avuto con me, mi appaga. Mi sono seduto allora sull’unica sedia con i braccioli presente nella scuola e con voce strascicata e accento siculo, ci ho detto:

«Picciriddi, avite fatti ‘na bìedda cuosa cu chiste copertine r’i libri. Sarriti prima bravi carusi e poi ottimi picciotti…»Poi la Preside è arrivata e mi ha detto che avevo interpretato male la mia figura di “padrino” della manifestazione…

A parte gli scherzi, è stato davvero emozionante immaginare questi bambini di 5*elementare, impegnarsi a disegnare le copertine dei loro libri preferiti sui muri della propria scuola, imparare l’arte dell’affresco, lo scegliere una frse letta da cui partire, dare sfogo alla propria immaginazione.

Da «Il gufo che aveva paura del buio» a «L’incredibile storia di Lavinia», dal pluripremiato «Il bambino sottovuoto» a «Le tre pentole di Anghiari» e molti altri.

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Quando una scuola viene supportata da un corpo docente competente, ecco nascere queste perle culturali.

  Da sottolineare la capacità dei bambini di collegare ogni opera a un QCODE, che riportava a una spiegazione dettagliata dell’opera e al libro che l’aveva ispirata. Un plauso a questi piccoli geni, al corpo docente capace di stimolarne la creatività, ai genitori, che hanno saputo scegliere la scuola giusta per i propri figli (e non è facile). Mi sono trovato per una mattina davanti al futuro e non ho avuto paura, questi bambini sono sicuro sapranno trasmettere i giusti valori. Non mi rimane allora che gridare: «W la scuola primaria Italo Calvino di Roma (che mi ha adottato come “padrino”)».
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