«Il coniglio e la ragazza», la raccolta di racconti nata da un incipit di Giulia Caminito.
Questo incipit proposto dalla scrittrice Giulia Caminito, vincitrice del Premio Campiello con il bellissimo «L’acqua del lago non è mai dolce» (Bompiani, 2021), mi ha permesso di raccontare la soluzione che ho trovato per superare una perdita importante.
«
Il coniglio e la ragazza» vorrei paragonarlo alla manovra di Heimlich.
Leggendolo mi ha come permesso di liberarmi da qualcosa che ostruiva la mia anima.
Chiunque di noi abbia perso una persona importante, si è ritrovato a fare i conti con la propria malinconia.
Superare quello stato d’animo è una delle sfide più dure a cui siamo chiamati e non sempre ne usciamo vincitori, benché non ci sia nulla da vincere.
C’è sempre un modo per convivere con il proprio dolore
Quando accadde a me feci tesoro di alcune frasi che mi vennero dette.
Quando mio zio mi disse: «
Alberto, la vita è una grossa fregatura» mi sembrò di aver magicamente trovato il passe-partout per affrontare qualsiasi dolore; quella frase avrebbe risolto ogni cosa, anche se non era così.
Quando un’amica di mia madre mi disse: «
Non so se prova più dolore chi se ne va o chi resta», m’interrogai a lungo su quel dilemma irrisolvibile e alla fine mi ritrovai con più dubbi di prima.
Poi, come d’incanto, come se quella persona che mi aveva abbandonato avesse trovato il modo per tranquillizzarmi, riuscii a trovare una pace interiore, qualcosa che nutrisse il mio dolore perenne, con dosi massicce di illusioni. Nessuno sa cosa ci sia dall’altra parte, ma ho imparato che qualcosa c’è.
L’ho intitolato
«Morse», perché tra il dolore che ti stringe in una morsa e la ricerca di quel linguaggio cifrato che ti aiuterà a trovare quel ‘tramite’, non c’è tutta questa distanza.
Leggi il racconto «Morse».